quarta-feira, 4 de novembro de 2009
Sicilia
Il castagno dei cento cavalli
Celebre per le sue dimensioni è in Sicilia il "castagno dei cento cavalli" situato sulle pendici dell'Etna, nel territorio di Sant'Alfio.
Si narra che, nel XVI secolo, Giovanna d'Aragona, sorpresa da un temporale mentre si stava recando a Napoli proveniente dalla Spagna, trovò riparo con tutto il seguito, composto di cento cavalieri, sotto le fronde del grande castagno.
Sebbene il tronco principale sia bruciato nel 1923, quel castagno appare ancora gigantesco: i suoi attuali quattro polloni hanno una circonferenza complessiva di 50 metri.
L'importanza della palma
Anticamente i siciliani, ricorrevano alla palma per impetrare la pioggia nei periodi di siccità.
Oltre alle processioni, alle veglie notturne, durante le quali si recitava incessantemente il Rosario davanti alle immagini sacre ed alle candele consacrate che ardevano nelle chiese, era usanza nella domenica delle Palme appendere agli alberi fronde di palma benedette e spargere nei campi la polvere spazzata quello stesso giorno nelle chiese.
Era credenza, in Sicilia, cacciare le streghe che apparivano a mezzogiorno tagliando con forbici di acciaio tre foglie di palma e contemporaneamente recitando una formula magica.
Lu fusu di la vecchia
Secondo le credenze popolari, gli antichi abitanti della Sicilia erano dei giganti, dato che costruivano edifici colossali. A Selinunte, tra le grandiose ed impressionanti rovine, si erge solitaria una colonna alta oltre 16 metri, con un diametro di quasi 3 metri e mezzo alla base, che i contadini e i marinai del luogo chiamano con la curiosa denominazione di "lu fusu di la vecchia", perchè secondo loro, doveva servire alle antiche filatrici di Selinunte, come fuso per filare la lana. Oltre a questa leggenda popolare vi è un'altra singolarità riguardante la colonna.
La singolarità è data dalle sue perfette proporzioni architettoniche che, da lontano, la fanno apparire una colonna certamente notevole, ma non poi così grande, come invece essa è nella realtà. Per rendersi conto di quanto questa colonna sia effettivamente massiccia ed alta, bisogna andarci proprio vicino; bisogna addirittura toccarla con le mani e solo quando, almeno sette persone, cercheranno di abbracciarla, si accorgeranno di quanto essa sia grande, anzi gigantesca perchè la sua circonferenza è di oltre dieci metri.
Origine dei Pupi siciliani
Un allievo di Socrate, l'ateniese Senofonte, ci parla di un puparo, un siciliano di Siracusa, che con le sue marionette rallegrò il convito offerto da Callia in onore di Autolico, vincitore di una gara atletica.
Al convito, che sarebbe avvenuto nel 421 a.C., era presente anche Socrate, che richiese al puparo siciliano di fare ballare le sue marionette, ed egli eseguì la danza di Bacco e Arianna.
Terminato lo spettacolo, Socrate gli chiese che cosa desiderasse per essere felice: il puparo di Siracusa, con arguzia tutta siciliana, gli rispose: "Che ci siano molti sciocchi, perchè essi, accorrendo allo spettacolo dei miei burattini, mi procurano da vivere".
Superstizioni Siciliane
I nati di venerdi
Per molte persone, il venerdì è ritenuto un giorno nefasto, tranne che per il popolo siciliano. Anticamente pensavano che i bambini nati di venerdì fossero privilegiati: erano ritenuti forti, valenti, scaltri,furbi e potenti a tal punto da maneggiare serpenti velenosi di qualsiasi natura e a far fronte ai lunatici (secondo le credenze del popolo, sono quelle persone che in certe notti acquistano istinti di lupo, pur conservando le forme di uomini). Il "venerino" così chiamato per chi nasce in tale giorno, ha anche la facoltà di vedere le cose occulte e di profetizzare l'avvenire. Gli spiriti maligni non hanno nessuna influenza su di lui. Chi nasce di venerdì, non può essere stregato e può anche abitare in una casa invasa dagli spiriti, senza che venga da questi disturbato.
Era usanza per le donne di Trapani, di conservare le uova fatte dalle loro galline, nel venerdì santo. Così come per i Palermitani, che ogni venerdì si recavano alla chiesa delle Anime dei corpi decollati. Dopo aver offerto il loro rosario, le donne andavano ad origliare sopra una lapide per sentire se ciò che esse desideravano venisse loro concesso.
La Fata Morgana
La Fata morgana contrariamente al nome, non è altro che un fenomeno ottico che si avvera spesso nello stretto di Messina e nell'isola di Favignana.
In estate, pare a volte di scorgere nel cielo come un ondeggiare di colonne, torri, palazzi, selve, rovine che si muovono, cambiano di posto e si trasformano.
Guardando da Messina verso la Calabria, si vede sospesa nell'aria, ingrandita e moltiplicata, l'immagine di Messina e, viceversa, guardando da Reggio verso Peloro, si specchia nello stretto la città di Reggio.
Si credeva che questo fenomeno era dovuto all'opera di una maga, la famosa Fata Morgana, la regina dello stretto che cercava di ingannare il navigante. Questo, illuso e confuso dal movimento di tutti quei castelli aerei, credeva di approdare a Messina o a Reggio, ma andava a naufragare lungo la costa, cadendo così nelle braccia della terribile fata.
http://www.sicilia.info/curiosita-sicilia.htm
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